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Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria


Direttrice Responsabile: Paola Suraci


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Novembre 2002

 

 

 

Dicembre 2002

 

 

27 dicembre - Reggio Calabria - Cambio della guardia ai vertici dell'A.GE.DI. - MIRELLA GANGERI in MEDURI ELETTA PRESIDENTE DAL COMITATO DIRETTIVO - SOSTITUISCE LOIACONO CHE LASCIA PER MOTIVI DI SALUTE.
   La nuova presidente dell'A.GE.DI.Un incontro sereno quello del Direttivo di oggi pomeriggio presso la sede dell'Associazione.
Pochi ma importanti punti all'Ordine del Giorno e, tra gli altri, la discussione intorno al bilancio preventivo 2003 e lo scambio di consegne tra il presidente ed il vicepresidente.

   Tutto si è svolto secondo le formalità previste dallo Statuto e dal Regolamento associativo, con scrutinio segreto, e con la partecipazione di 7 membri sui nove componenti e con la presenza della Presidente della Sede Locale A.GE.DI. di Villa San Giovanni, Maria Franco.

   A Mirella vanno gli auguri della redazione con la promessa ai nostri visitatori di pubblicare presto una scheda di presentazione.



24 dicembre - Rende (CS) - Un Natale di cambiamento? - PER UNA CALABRIA DEI DIRITTI E DELLE RESPONSABILITA' - di Gianni Malgieri
   Gli ultimi mesi dell'anno che sta per concludersi hanno visto in Calabria una importante novità. 

   Per la prima volta nella nostra regione, sulla vicenda dei portaborse, si è manifestata una reazione forte e diffusa della società civile e dell'opinione pubblica in generale contro decisioni e comportamenti della classe politica regionale.

   Una reazione che si è espressa in tanti modi diversi: dalle discussioni in famiglia o tra amici, agli interventi in riunioni associative o politiche, fino alle iniziative di movimenti e di organizzazioni civiche e alla raccolta di firme per l'abrogazione di una legge ingiusta. 

   Una rivolta morale, non moralistica. 

   Una rivolta contro atti e decisioni che lasciano intendere un modo di fare politica secondo cui rappresentare i cittadini vuol dire innanzitutto occupare posti di potere per godere di condizioni di privilegio per sè o per i propri amici e parenti. 

   I cittadini hanno vissuto una frattura profonda tra i valori di una comunità civile, il proprio sentire comune, e il comportamento dell'attuale classe politica regionale: una frattura, uno strappo che ha fatto crescere il fossato, la distanza, già considerevole in Calabria, tra governanti e governati e che ha avuto un'espressione emblematica, eclatante anche nelle
parole, nei silenzi, negli stessi gesti di molti consiglieri regionali e rappresentanti istituzionali calabresi.

   Di solito si dice che la società civile non è migliore della classe politica che essa esprime. Una frase, spesso pronunciata da chi ricopre ruoli politici o di potere, non verificata, né verificabile, ma che ha un doppio effetto negativo sulla crescita civile delle nostre comunità: da una parte
essa rappresenta un alibi per commettere qualsiasi schifezza (tanto il mondo va così), dall¹altra, per la classe politica, l¹abdicare al proprio ruolo di classe dirigente tenendo comportamenti o approvando atti che ingenerano sfiducia e spingono la società ad esprimere il peggio che in essa pure esiste.
   Se chi sta in alto si comporta così perché io dovrei fare diversamente? Questa è una trappola mortale per chi vuole cambiare, e sono in tanti: una trappola contro la quale combattere dentro e fuori i partiti, dentro e fuori le associazioni e le diverse espressioni civiche dove oggi si esprime spesso un modo  nuovo di fare politica, ma anche nella vita quotidiana di tutti
noi, a casa o nei luoghi di studio o di lavoro.

   Per questo è stata molto importante e significativa la reazione, la mobilitazione dei cittadini.
   Una mobilitazione delle coscienze civili che va colta per tutto ciò che di positivo essa esprime.
   Un segnale che va al di là della questione specifica che l'ha fatta emergere (legge per i portaborse e concorsone): c'è oggi una società più attenta e comunque non fatalisticamente rassegnata a subire in silenzio atti e comportamenti che creano o rafforzano privilegi. Tanto più in una realtà come la nostra in cui si vivono quotidianamente situazioni di esclusione e precarizzazione crescente dei diritti (dal lavoro alla salute, alla scuola). 
   Una società, un nuovo modo di essere e di esprimersi della società calabresi, che tanti commentatori - pessimisti di professione che abbondano in Calabria - fanno fatica a cogliere e a raccontare.
   Una novità che però ha bisogno di punti di riferimento, di aggregazioni che superino gli schemi sociali e politici tradizionali, di strumenti per responsabilizzare i cittadini e dar loro concretamente la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti e non da semplici spettatori.
   Non ci si può fermare, limitare a fotografare, magari compiaciuti, una situazione di fatto.
   Di fronte a ciò bisogna responsabilizzare i cittadini, ma anche le associazioni e le diverse espressioni dell'impegno civico calabrese e la stessa classe politica che oggi vive una forte crisi di credibilità e legittimità.
   Come dare un punto di riferimento ai cittadini che vogliono un cambiamento profondo nel modo di far politica in Calabria? Cosa vuol dire in concreto, e non a parole, offrire spazi ai cittadini che esprimono rabbia, ma anche speranza ed orgoglio verso la propria terra?
   Occorre innovare, anche con fantasia, nelle modalità per far partecipare i cittadini alla promozione di politiche che possano migliorare la qualità della vita nella nostra terra, rafforzare i contrappesi e le forme di controllo sociale e combattere i meccanismi che mantengono dipendente la nostra società e ne bloccano lo sviluppo civile ed economico (dall'invadenza
della politica che ingenera discrezionalità e precarietà alla pervasività delle burocrazie).
   Ma occorre anche dare ai cittadini la possibilità di contribuire alla selezione di una nuova classe dirigente: le elezioni primarie per le candidature regionali potrebbero rappresentare un potente strumento in questa direzione.
   Costruire, conquistare, utilizzare queste occasioni diventa allora essenziale.
   Altrimenti, lor signori non perderanno occasione per rinfacciarci che se le cose vanno così è per colpa nostra e non, per come invece è, a causa di specifici atti o omissioni di cui essi e solo essi portano piena la responsabilità.

Gianni Malgeri - Presidente di Calabria Civica - gmalger@tiscali.it - tel. 348 3704706



22 dicembre - da Genitori.It - "Posa la cenere. Stai aspettando un bambino".
Campagna informativa del Mo.I.Ge. sui rischi del fumo in gravidanza
".

   Da tempo si conoscono i rischi nei quali incorre il bambino di una madrefumatrice, nonostante ciò i dati che ci sono giunti da un'indagine cheabbiamo commissionato alla Swg di Trieste sono allarmanti. Solo la metà delle donne in gravidanza smette di fumare, ed è ancora molto alta la percentuale di quelle che continuano pur riducendo il numero delle sigarette (23%). Fra quelle che non modificano il loro consumo, il 19%dichiara di non aver smesso perché non lo ritiene importante ai fini della sua gravidanza. Inoltre solo l'8% delle intervistate è a conoscenza del fatto che fumare durante la gestazione può essere causa di morte precoce
del nascituro. C'è insomma ancora una scarsa informazione sugli effetti nocivi che una madre fumatrice può provocare al suo bambino. Abbiamo perciò ritenuto opportuno lanciare su tutto il territorio nazionale una campagna informativa sui danni del fumo in gravidanza.
   La campagna prevede l'attivazione di un numero verde (800933323) al quale risponderanno medici ed esperti in grado di fornire tutte le informazioni sui rischi provocati dal fumo durante la gestazione e l'allattamento. 

   Abbiamo poi realizzato uno spot radiofonico e televisivo che verrà trasmesso sulle principali emittenti. Ci sarà inoltre la distribuzione di depliant e poster informativi su tutto il territorio nazionale. Su internet abbiamo dato vita ad un sito www.fumoemamma.it sul quale, coloro che ne faranno richiesta, potranno ricevere sul proprio cellulare un messaggio sms che ricorda di non fumare. 
   La camapagna informativa, è stata inaugurata giovedì scorso nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato oltre a me, anche il sottosegretario alla Sanità Antonio Guidi, il senatore Leo Borea, vice presidente della Commissione Giustizia, Claudio Colistra della Federazione Italiana Medici Pediatri, il neonatologo Marcello Assumma, Domenico Arduini della Società Italiana di Medicina Perinatale. L'evento, come avrai avuto modo di notare, ha avuto una grande risonanza sui mass media ed in particolare sulle principali edizioni giornalistiche televisive. Ci auguriamo che anche questo concorra a  creare un nuovo clima culturale che predisponga ad una maggiore sensibilità  riguardo ai rischi del fumo in gravidanza e nel puerperio. Confidiamo  nel tuo passaparola affinché le mamme fumatrici, anche grazie ai servizi da noi offerti, possano essere sensibilizzate ad assumere forti scelte di responsabilità.

M.Rita Munizzi - Presidente Mo.I.Ge



19 dicembre - Bologna - Dopo l'apparizione televisiva su Odeon TV nella trasmissione di don Antonio Mazzi, Claudio Imprudente scrive una lettera aperta al Presidente Ciampi, eccola
  
Caro Presidente, ho avuto l’onore di incontrarla al Quirinale il 18 settembre 2000. Il ricordo di quella giornata è ancora vivissimo per l’emozione e la gioia di scoprirLa sensibile e partecipe ai temi che riguardano il mondo dell’handicap. Ricordo in particolar modo il racconto del suo cammino di approccio personale al mondo della menomazione fisica e mentale: un cammino che Lei definì andare di pari passo con quello della società italiana.

   In questi due anni ho lavorato molto per promuovere l’uso, ma soprattutto l’integrazione, del termine-strumento “diversabilità”. Sono consapevole del fatto che ogni termine che tenti di definire una persona risulti sempre incompleto, ma credo che il linguaggio corrente determini la cultura di un popolo. Sento di poter dire che il termine“diversabile” abbia la grande qualità di lanciare una sfida, un cambio di prospettiva per spostare lo sguardo dal considerare le non abilità, come sottolinea il termine “disabile”, al guardare alle abilità diverse, come invece esprime il termine”diversabile”.

   Non si tratta di una via di uscita, di un “girare attorno” al problema dell’handicap definendolo semplicemente con parole più diplomatiche; credo infatti di aver messo in gioco un concetto che non riguarda solo i portatori di deficit. Si tratta di allargare lo sguardo al modo stesso degli uomini di porsi in relazione gli uni gli altri: la modalità che cerco di promuovere con il mio lavoro e con la mia vita è quello dell’entrare in relazioni alla pari, condividendo quello che si ha in comune per poi valorizzare le abilità diverse e le potenzialità di ciascuno. E’ un approccio che vede la relazione come qualcosa di arricchente: ci si mette in comunicazione condividendo e valorizzando le diversità senza per questo perdere la propria preziosa identità. Del resto, lo sa meglio di me, la democrazia della quale Lei è garante si fonda proprio su questo! E’ per questo che parlare di diversabilità non è solo un gioco di parole…

   Il duemilatre sarà l’anno europeo delle persone con disabilità: penso sia un’occasione importante per farsi promotori di questo approccio culturale e politico. E’ una possibilità data alla nostra società di fare una salto di qualità: riconoscere nelle persone con disabilità dei soggetti di cultura e non più degli oggetti di cura. Anche noi portatori di deficit non possiamo lasciarci scappare questa occasione per prendere sempre maggior coscienza delle nostre abilità e dei nostri deficit, accettandoli come nostri limiti, diversi dai limiti che anche le persone che definiamo “normali” hanno. Così siamo tutti su uno stesso piano: la “normalità” che accoglie la “diversità” e la “diversità” che accoglie la normalità e, a questo punto, possiamo parlare di integrazione compiuta.

   Queste sono le mie idee, per le quali lavoro ogni giorno, per creare questa tanto aspirata “nuova cultura della diversabilità”. Per questo Le chiedo di appoggiare questa nostra campagna parlando di diversabilità nel suo tanto atteso e tanto ascoltato discorso di fine anno.
Attendendo con fiducia una sua risposta, le invio i miei più cari saluti,

Claudio Imprudente - Presidente del Centro Documentazione - Handicap di Bologna
Per informazioni
Claudio@accaparlante.it (cell. 348 47 41 124)



19 dicembre - Rende (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - I PRIMI RISULTATI DELL'AZIONE DI PROTESTA CONTRO LA LEGGE CLIENTELARE DEI "PORTABORSE"

   Apprendiamo dalla stampa con soddisfazione che anche il gruppo consiliare regionale dei DS ha deciso di battersi contro le assunzioni a tempo indeterminato presso la Regione e gli Enti da essa controllati (il caso specifico sollevato è quello dell'ATERP di Crotone) realizzate facendo prevalere il criterio del "collegamento al gruppo politico o di tipo familistico" su quello meritocratico.

   Una denuncia che, se risulterà fondata, pone un ulteriore tassello a favore della sacrosanta battaglia avviata da tempo da tante associazioni e realtà civiche contro l'uso privatistico delle istituzioni in Calabria (denunciato anche dai media nazionali e regionali, in particolare dal Quotidiano, e dai Vescovi).

   Ma per essere credibili nella loro iniziativa i consiglieri regionali diessini dovrebbero fare un piccolo, ma significativo gesto: unirsi alle migliaia di cittadini calabresi che hanno già firmato per l'abrogazione della legge 25/2001, la famosa legge dei portaborse, votata all'unanimità in Consiglio Regionale, con la quale sono stati assunti, trasformando un rapporto fiduciario in uno a tempo indeterminato, familiari, parenti o amici di partito di tutti i gruppi consiliari, compreso quello dei DS. 

   Altrimenti si tratterebbe di strabismo politico (si vede il male nel comportamento altrui, ma si chiudono tutti e due gli occhi quando si è interessati in prima persona) e ci si sottoporrebbe alle accuse e al sospetto di aver posto la questione solo perché non si è potuto partecipare alla spartizione e non per questioni di principio.

   La coerenza tra parole e comportamenti è il bene più prezioso nella vita, soprattutto in politica.

   Si attivi il gruppo dei DS in Consiglio Regionale anche per l'abrogazione della L.R. 25/2001, una legge ingiusta che ha rappresentato uno strappo nella coscienza civile dei calabresi.

   E' una richiesta piccola piccola la nostra: avremo risposte o atti coerenti?

Il portavoce di Rete Civica Calabria - Gianni Malgeri



11 dicembre - Da "Genitori.it" - Vuoi una televisione migliore? Chiama il nostro numero verde

   il 29 novembre scorso alla presenza del Ministro delle Comunicazioni Gasparri, dei direttori delle principali reti televisivi e delle associazioni di utenti fra le quali anche il Mo.I.Ge., è stato firmato il nuovo codice di Autoregolamentazione tv e minori.
   Nuovo perché rispetto a quello precedente (Codice Prodi del 1997) prevede oltre al rafforzamento dei poteri e  degli organi di controllo,  l'irrorazione di sanzioni pecuniarie per le emittenti televisive che trasgrediscono le norme di tutela previste.
   Si tratta di un passo importante verso una televisione a misura di bambino ma potremmo dire anche senza eufemismi  a misura di uomo.
   E' da questo momento perciò più che mai necessario ed efficace segnalare alle autorità competenti ogni violazione in tal senso.
   L'Osservatorio Tv del Movimento Italiano Genitori da oltre cinque anni svolge, con l'aiuto di esperti e volontari, una funzione di monitoraggio delle trasmissioni televisive grazie anche alle segnalazioni che giungono al nostro numero verde per la tv.
   Il contributo che tu, privato cittadino,  puoi dare è fondamentale in tal senso; perciò, ogni volta che in tv vedi qual cosa che può far male al tuo bambino, non esitare prendi il telefono e seleziona l'800 933 383. La chiamata è gratuita, la tua denuncia ci aiuterà a migliorare la
televisione.



9 dicembre - Bologna - Riceviamo e volentieri diffondiamo - Salve sono un geranio - Per una cultura che valorizzi tutte le abilità - di Claudio Imprudente

   Vi racconto di un mio recente incontro al Centro Documentazione Handicap di Bologna, dove lavoro. Erano presenti un gruppo di insegnanti tedeschi che ogni anno trascorrono una settimana nel bolognese per incontrare alcune realtà operanti nel sociale, come scuole e associazioni; solitamente l’ultimo giorno che trascorrono in Italia ci fanno visita per una chiacchierata di conoscenza. Io preferisco sempre rendere attivi questi incontri, andare un po’ oltre le chiacchiere, giocare, così da far toccar con mano ciò di cui si sta parlando. 

   Quest’anno avevo messo al centro della tavola una bellissima pianta e ho iniziato dicendo che quella pianta era il mio biglietto da visita. Ho raccontato come solitamente la mia presentazione ai convegni fosse “Salve, sono un geranio”. Immaginate lo stupore negli occhi dei tedeschi, lo sguardo perso ma attento di chi non capisce ma rimane concentrato per intuire dove voglio arrivare con i miei giochetti. 

   Ho poi spiegato che mi presento così facendo memoria di ciò che era stato detto a mia madre al momento della mia nascita: “Signora, guardi, suo figlio è vivo, ma resterà per sempre un vegetale”. Allora io ho scelto come vegetale di essere una pianta di geranio. Le facce dei tedeschi si facevano sempre più sconvolte e curiose nello stesso tempo. Uscendo dalla mia esperienza personale ho deciso di instaurare  un dialogo che stimolasse anche il loro contributo sulla questione “pianta o persona?” Si tratta infatti di una questione che non riguarda solo me, tutte le persone handicappate gravi vengono definite dei vegetali sin dalla nascita e così sono dunque costretti a presentarsi per il resto della loro vita. Dico spesso, a questo proposito, che sono contento di essere handicappato e di esserlo fino in fondo, così tutto si mette in discussione, si mette in crisi…altrimenti non mi sarei mai valso del titolo di geranio!

   Allora di fronte a questo dato di fatto chiedevo ai tedeschi di avanzare ipotesi o proposte concrete per trasformare queste piante in persone. Sono uscite un po’ tutte quelle solite cose che si fanno con una pianta: la si annaffia, la si tiene al sole, le si cambia la terra, la si concima. Ma non basta ancora, facendo tutto questo, assolutamente necessario, la pianta rimane sempre pianta. Allora escono le proposte più folli e, a mio avviso, anche un po’ patologiche: le si parla, la si tiene in compagnia, le si fa ascoltare la musica. Ok, ma sempre pianta rimane, forse più bella, forse anche un  po’ più frustrata, ma sempre pianta è. 

   I tedeschi non sanno più cosa dire, come gestire la situazione: si legge nei loro occhi lo smarrimento più totale. Decido di buttarmi e dare la soluzione dell’enigma che li sta rendendo sempre più pensierosi. 

   Tutto quello che è stato proposto appartiene a quella che si chiama assistenza, ma abbiamo visto come con la sola assistenza, seppur necessaria, la pianta rimane ancora pianta. Per farla diventare persona bisogna abbassarsi al suo livello, guardarla dritto negli occhi e instaurare con lei una relazione alla pari: ecco che la pianta diventa persona. 

   Non è comunque uno sforzo unilaterale! La relazione alla pari si crea con il contributo di tutte le parti; in certe situazioni questo contributo è messo a disposizione  incondizionatamente. Non lo trovate affascinante? Tutti sono capaci di fare assistenza, anche il Presidente del Consiglio fa assistenza, ma la pianta rimane pianta. Se non ci rapportiamo alla diversabilità nel giusto modo rischiamo di copiare un modello già vecchio, bisogna cambiare la cultura. Dobbiamo insomma fare un salto di qualità che è insieme politico e culturale. 

   Attenzione però: se la persona diversabile non è disposta giocarsi in una relazione autentica, uscendo dalla logica del mero farsi aiutare, non otterremo una vera reciprocità. Quasi mai si pensa che l’integrazione non è solo l’accoglienza da parte della “normalità” del “diverso”, ma anche il “diverso” deve accogliere la “normalità”. 

   Il diversabile deve accettare i propri deficit, averne consapevolezza, e fare in modo che l’handicap non influenzi negativamente il rapporto con un’altra persona, che a sua volta si sforza di fare altrettanto: entrambi devono accettare i propri limiti. Dobbiamo insomma fare tutti insieme, diversabili e normabili, un salto di qualità che è insieme politico e culturale.

Prechè la pianta diventi persona si deve pensare adulta, come diceva spesso il mio amico Mario Tortello.

   Per questo credo che l’anno duemilatre, anno europeo delle persone con disabilità, si presti bene ad essere un momento propizio per lavorare a questa cultura da cambiare e migliorare. Come ho già detto mille volte la parola disabilità proprio non mi piace, allora perché non trasformare il 2003 in “anno europeo della diversabilità”. Sarebbe l’occasione per fare un salto di qualità culturale e politico anche per chi si sente solo una persona portatrice di deficit.

   Ultimamente ho scoperto quanto sia importante mettere in rete tutte le idee e tutte le esperienze, allora ecco il mio indirizzo di posta elettronica: claudio@accaparlante.it.

Se proprio poi volete innaffiarmi…fatelo con la birra Adelscott!

                                Claudio Imprudente - a cura di Alessandra Pederzoli



07 dicembre - Podesteria di Gombola (MO) . Turismo a quattrozampe - In corso il I° stage al per la formazione di operatori del turismo someggiato e attività professionali con l'uso dell'asino e del mulo - PER L'A.GE.DI. SONO PRESENTI MAURIZIO LOIACONO E DEMETRIO SCOPELLITI - Quest'ultimo ci ha scritto............

   Ciao, ho approfittato di uno dei rari momenti di relax per scrivere  e  aggiornare i visitatori del sito sul  programma che si sta svolgendo qui a Gombola.

   Ieri siamo arrivati alla stazione di Bologna intorno alle  9  e qualcosa,  perchè  il  treno ha fatto ritardo: Siccome  il  corso,  quì  a  Gonbola,  cominciava alle 15,  abbiamo deciso di rimanere un po' di più per conoscere  Bologna. Abbiamo  fatto un giro di un'oretta e mezza, poi siamo tornati alla stazione e abbiamo preso  il  treno per Modena. Quando siamo arrivati, abbiamo  telefonato  e  abbiamo  aspettato  fino all'una ma poi è arrivato  il  furgone  con  la  scritta "podesteria di gombola"  e  tanto di faccia d'asino stampata sulla fiancata laterale.
   Appena siamo arrivati al castello, (troppo bello, risale  in  parte  all'8°  secolo,  prima  dell'anno mille, ci sono anche le prigioni) abbiamo subito fatto una riunione  che è durata circa 4 ore.abbiamo parlato di un sacco di cose abbastanza interessanti,  tanto da registrare un'intera cassetta da 90 minuti.

   Stiamo  usando  tutti  i mezzi per non far capire che di asini,  io  e  Maurizio  ne  sappiamo proprio poco. al  contrario degli altri che sanno praticamente un sacco  di  cose ma  sta  andando  tutto  bene, le persone sono in gamba, tutti  hanno  un  sacco  di idee simpatiche. 

   Siccome  Massimo Montanari ha visto che abbiamo la telecamera  che  non  funziona  bene,  ha  detto che è disposto  a  darci  le  sue video cassette che negli anni ha registrato,  così  noi  le  portiamo a Reggio, le copiamo  e  poi  le  rispediamo  per  posta, poi ci ha dato un  sacco  di  materiale cartaceo, libri e volantini che loro e il comune hanno stampato. 

   Abbiamo  anche  conosciuto Eugenio Millonis di Asinomania; gli abbiamo  detto  che ci hai mandato tu, e sperava di trovarti. Quì. sono  tutti  abbastanza entusiasti  del  progetto che nostro. comunque..
opss.. devo andare, dobbiamo fare una escursione. 

Demetrio Scopelliti



04 dicembre - Rende (CS) - Le proposte di Calabria Civica sul Piano Sanitario Regionale

   Le proposte avanzate da Calabria Civica (12 punti per una sanità migliore, più rispondente alle esigenze dei cittadini e con meno sprechi), che partono dalla necessità di superare il paradigma economico-finanziario e l'invadenza della politica nella sanità, sono riassumibili in scelte riguardanti 3 ambiti:

 1.Scelte organizzative di carattere generale:

     a. Valutazione dei Direttori Generali – manager esclusivamente sulla base dei risultati conseguiti ed esclusione da incarichi dirigenziali per 5 anni in caso di risultati negativi;

     b. Costituzione di un'Agenzia Sanitaria con compiti di governo e snellimento dell'apparato assessorile;

     c. Distinzione netta tra soggetto controllore e soggetto controllato (ovvero tra soggetto finanziatore e soggetto erogatore);

    d. Perequazione della spesa per Asl;

     e. Costituzione di un Fondo Sociale.

 2.Strumenti per dare centralità agli obiettivi di salute e alla qualità:

    a. Affidare all'Agenzia Sanitaria, in cui coinvolgere rappresentanze professionalmente valide di operatori e cittadini, il compito di valutare e sostenere processi di miglioramento della qualità;

    b. Istituire quote budget aggiuntive per raggiungimento di risultati in termini di qualità

    c. Incrementare la quota di personale sanitario riducendo drasticamente quello amministrativo o con compiti che esulano dal servizio alla persona;

    d. Coinvolgere la cittadinanza e le professioni in attività di informazione e di formazione.

 3. Tener conto della domanda:

    a. Valorizzazione delle esperienze della cittadinanza e degli operatori sia per individuare problemi che per porre sotto controllo sprechi;

    b. Istituzione della Conferenza di programmazione, a livello distrettuale (la più importante), aziendale e regionale, con il coinvolgimento a pieno titolo delle Organizzazioni dei cittadini e degli operatori (le Conferenze devono essere collegate agli strumenti di programmazione previsti dalla L.328/2000);

    c. Attivare nuove forme di ascolto valorizzando l'attivismo dei cittadini singoli o associati, soprattutto mediante l'utilizzo di internet.

    In conclusione riteniamo che il Piano Sanitario Regionale e ogni riforma dell'assetto organizzativo della Sanità calabrese debba coinvolgere e responsabilizzare i soggetti, partendo dal basso, in una logica partecipativa che superi un dirigismo che non trova mai traduzione in fatti concreti, proprio perchè non condiviso.

    Immediatamente chiediamo che ci si attivi per:

   1.Snellire l'Assessorato riducendolo all'essenziale;

   2.Promuovere politiche concrete per l'individuazione e l'eliminazione degli sprechi;

   3.Valutazione delle risorse presenti e delle peculiarità regionali per l'attivazione dei Centri di eccellenza;

   4.Introdurre meccanismi di flessibilità e per lo snellimento delle pratiche burocratiche.

Via F. Todaro, 85 - 87036 - Rende (CS) - Telefono e Fax: 0984 402158   

E-mail: calabriacivica@tiscali.it


 

 

Novembre 2002

 

 



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