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Registrazione n. 6/2001 - Tribunale di Reggio Calabria


Direttrice Responsabile: Paola Suraci


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Maggio 2002

 

 

 

 

Giugno 2002

 

 

 

 

19 giugno - Reggio Calabria - La FISH Calabria ONLUS denuncia: situazione assurda nella provincia di Reggio Calabria: nella formulazione della graduatoria per il collocamento mirato da tre anni  sono considerate redditi la pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento, l’indennità di comunicazione e la pensione dei ciechi civili - Comunicato stampa.

     La F.I.S.H. Calabria, non avendo propri rappresentanti nella Commissione per il collocamento obbligatorio, si è rivolta più volte al Ministero del Lavoro, ma senza alcun riscontro. I nostri ricorsi avverso la graduatoria sono stati respinti, perché secondo la interpretazione che gli operatori danno di una lettera del Ministero del Lavoro, bisogna tenere conto di un comma del d.p.c.m. 392/87, che esclude dalla graduatoria le “rendite derivanti da invalidità di guerra , infortunio sul lavoro o per servizio” , per cui deducono che bisogna includere tutto il resto come reddito. Inutile il nostro tentativo di far capire loro che  nel comma precedente si fa  obbligo ai disabili  con reddito di presentare i modelli 101 o ex 740 nei quali non compaiono le prestazioni assistenziali, in quanto nel Testo Unico sui redditi, esse  sono catalogate come proventi non riconducibili a reddito. Il Testo Unico riconduce, invece, a redditi della stessa categoria di quelli perduti i proventi derivanti da infortunio sul lavoro o per servizio, quando essi hanno carattere di temporaneità. Diventa allora chiaro che il d.p.c.m. 392/87 fa obbligo di non considerare reddito nessun provente dovuto alla perdita temporanea o definitiva della capacità lavorativa.

      Anche nella nuova graduatoria, pubblicata in questi giorni, è stato ancora confermato lo stesso criterio, con le prestazioni assistenziali desunte da un apposito tabulato fornito dall’Inps e disattendendo, così, non solo l’ormai superato d.p.c.m. 392/87, ma anche l’art. 6 della Legge Regionale 32/01 che conferma il criterio indicato dall’art. 8 della nuova legge sul lavoro n. 68/99, in base al quale "dagli elementi che concorrono alla formazione della graduatoria sono esclusi le prestazioni a carattere risarcitorio percepite in conseguenza della perdita della capacità lavorativa".

      Ricordiamo che la perdita della capacità lavorativa è il motivo per il quale viene assegnata la pensione di invalidità. Essa è una forma d’assistenza concessa fino a quando il disabile non trova lavoro; mentre le indennità vanno all’accompagnatore o persona che lo assiste e che lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione possibile. Ecco perché esse sono concesse indipendentemente dal reddito.

     Pensare che basterebbe, non diciamo la conoscenza normativa, ma un minimo di buon senso per chiedersi com’è che lo Stato, prima di erogare l’assegno d’invalidità, si fa rilasciare dagli interessati la dichiarazione che essi sono gia iscritti al collocamento obbligatorio. Detta dichiarazione non ha solo lo scopo di tentare di fare uscire il disabile dall’isolamento attraverso il lavoro, ma anche quello per lo Stato di risparmiare la pensione d'invalidità una volta che il disabile supera determinati redditi. Quale senso avrebbe questa dichiarazione se poi gli invalidi gravi dovessero essere collocati in coda ed i meno gravi, privi di prestazioni assistenziali, in testa alla graduatoria? È se questo operare costituisse frode allo Stato? Ad altri la risposta.

      A codesta spett. REDAZIONE chiediamo cortesemente di fare conoscere all’opinione pubblica il comportamento di chi opera con tanta superficialità in un settore così delicato su un problema, come quello del lavoro, che, in questa provincia, angoscia tutti ma in particolare i disabili.

La Presidente Nunzia Coppedè

(Per informazioni: FISH Calabria ONLUS - Via A. Reillo, 5 – 88046 – Lamezia Terme (CZ) Tel. 0968/462419 Fax 0968/462520 E-mail fishc@fishcalabria.org sito: www.fishcalabria.org)

*    *    *

Pubblichiamo ora la comunicazione inviata dalla FISH al Prefetto di Reggio Calabria

All’Ufficio Territoriale del Governo della provincia di REGGIO CALABRIA - Oggetto: Prestazioni assistenziali considerate come reddito dalla Provincia di Reggio Calabria.

   Con riferimento all’oggetto, la FISH Calabria ONLUS, alla quale aderiscono 34 Associazioni calabresi, di cui una quindici della provincia di Reggio Calabria: A.GE.DI., F.I.A.D.D.A (Sezione di Reggio Calabria e di Locri), Piccola Opera Papa Giovanni, AGAPE, AISM, Ragazzi in Gamba, ANFFAS, DPI di Reggio Calabria, ANGSA, ADDISH di Roccella Ionica, Ente Morale Famiglia Germanò di Oppido Mamertina, UILDM di Siderno, Associazione Volontariato Presenza di Palmi, Associazione Il Samaritano di Polistena, fa presente che in data 03/05/2002, l’Ufficio del Lavoro della Provincia, ha pubblicato  la graduatoria per il collocamento mirato, con gli stessi criteri degli anni precedenti, e cioè considerando come reddito i proventi derivanti da prestazioni assistenziali.

     Invitiamo codesto Ufficio Territoriale del Governo a valutare l’opportunità della richiesta di  chiarimenti, su un problema che tanto assilla i circa seimila disabili iscritti in graduatoria.

     Distinti saluti.                                     

 Lamezia Terme, li 18/06/2002.

*     *     *

Riproduciamo ora un modello di ricorso che gli interessati possono copiare e incollare

 


ALLA COMMISSIONE RICORSI GRADUATORIA COLLOCAMENTO MIRATO SETTORE LAVORO E POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO DELL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA

 ……. sottoscritt..   ……………………………………………………………………nat..      a………………………………………. residente a………………………………..in Via………………………………………………………………………………………..

CAP……………., incluso nella graduatoria provvisoria per il collocamento mirato,

                                                                          RICORRE

 avverso la graduatoria relativamente all’attribuzione del reddito  per i motivi appresso indicati:

1)Ai sensi del d.p.c.m. 392 del 18/09/87, relativamente ai criteri per la formazione delle graduatorie, art. 2, comma 2, il sottoscritto, essendo privo di reddito doveva essere convocato da codesto Ufficio per l’apposita autocertificazione sul vostro modello C.O.

Diffida Codesto Ufficio dall’attingere dei dati miei personali in maniera illegale.

2) I seguenti proventi assistenziali che lo Stato concede al sottoscritto  (cancellare la voce che non interessa):

     -pensione d’invalidità;

     -indennità d’accompagnamento;

     -indennità di comunicazione;

     -pensione di sordomutismo;

     -pensione di cieco civile;

non possono essere considerati reddito da valutare per la graduatoria per il collocamento mirato, sia ai sensi del comma 2 di cui al punto 1 del presente ricorso, che indica che in presenza di reddito l’interessato è tenuto a presentare copia del modello 101 o ex modello 740 (ed è noto che i proventi assistenziali non vanno indicati nella dichiarazione dei redditi) e sia ai sensi dell’art.6 della Legge Regionale 32/2001 che conferma il criterio indicato dall’art. 8 della legge 68/1999, in base al quale “dagli elementi che concorrono alla formazione della graduatoria sono escluse le prestazioni a carattere risarcitorio percepite in conseguenza della perdita della capacità lavorativa”.

3) La perdita della capacità lavorativa è il motivo per il quale viene assegnata la pensione d'invalidità. Essa è solo una forma di assistenza concessa fin a quando il disabile non trova lavoro e non può in nessun caso costituire un intralcio all’ottenimento del lavoro. E assurdo considerarla reddito e penalizzare il disabile in graduatoria per il fatto di percepirla.

Le indennità, anche se percepite dal disabili, vanno all’accompagnatore o alla persona che lo assiste e che lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione possibile. Ecco perché esse vengono concesse indipendentemente dal reddito, ed è semplicemente diabolico considerarla reddito.

    Con osservanza

   ………………………………, li……………………



17 giugno - Rende - (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - PRENOTARSI A TEMPO... PREDEFINITO! - All'Asl 4 della Regione Calabria si attende perfino per prenotarsi.

   Per Calabria Civica è assolutamente insostenibile la situazione del servizio prenotazioni dell'ASL 4 che prevede la possibilità di prenotarsi per visite specialistiche o particolari esami diagnostici solo in determinati giorni del mese. Un metodo che genera effetti paradossali e lede il diritto fondamentale alla certezza delle cure.

   Con questo metodo, infatti ci sono persone che aspettano da 4 mesi di potersi prenotare per un esame diagnostico e che non sanno ancora oggi se entro un anno potranno avere la prestazione!

   Cosa accade in pratica ce lo segnalano i tanti cittadini che ci hanno contattato nei giorni scorsi. Persone che devono ritornare all’ufficio prenotazioni anche un mese dopo per una semplice prenotazione; file dalle 5 di mattina per non rischiare di perdere la possibilità di prenotarsi o per avere in tempo cure o prestazioni. In questo modo è negato il diritto alla certezza delle prestazioni sanitarie.

   Se qualcuno domandasse agli uffici dei Poliambulatori di via Milelli a Cosenza o di Quattromiglia a Rende quali sono i tempi d’attesa per visite specialistiche all’Asl 4 potrebbe anche avere una candida risposta: "al massimo un mese", ma l’esperienza dei cittadini è del tutto diversa.

   Infatti le prestazioni specialistiche vengono prenotate per 30 giorni, dopodicchè si chiudono le prenotazioni e, per le visite o gli specialisti più richiesti, bisogna ritornare di persona per una nuova prenotazione.

   A solo titolo di esempio, per fare una visita diabetologica al Poliambulatorio di Via Milelli dovremo ritornare il 24 giugno non per la prestazione, ma per la sola prenotazione, o meglio, per avere la possibilità di prenotarsi! Infatti gli impiegati, premurosi, ci ricordano che conviene venire la mattina presto se non si vuole rischiare di trovare i numeri esauriti. Situazione analoga si verifica a Quattromiglia, ad esempio, per l'ecocolordoppler o per oculistica.

   È ovvio che molti o rinunciano ad avere la prestazione o si rivolgono altrove.

   Una situazione paradossale quella vissuta giornalmente dai cittadini di Cosenza e hinterland proprio mentre il Ministero della Salute ha proclamato il massimo impegno per la riduzione delle liste d'attesa istituendo anche un numero verde (800 571 661) per segnalare disfunzioni e tempi di attesa eccessivi per le prestazioni sanitarie.

   I cittadini di Cosenza, insomma, perdono il loro tempo per inutili file e non hanno diritto né alla certezza dei tempi delle prestazioni né alla trasparenza.

   E' una situazione inaccettabile e Calabria Civica chiede il ripristino di un sistema di prenotazioni facilmente accessibile, anche telefonicamente, in cui le liste non siano MAI chiuse e che consenta, quindi, a tutti di sapere il giorno esatto in cui verrà effettuata la prestazione (non quando recarsi all'Asl per prenotarsi!).

   Inoltre così potremo anche conoscere gli effettivi tempi d'attesa per le prestazioni a Cosenza, quali sono i problemi che ci sono e la loro gravità.

   Calabria Civica chiede al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria n° 4 un incontro immediato per discutere delle possibili soluzioni che possano ridare ai cittadini il diritto alla certezza delle prestazioni.



17 giugno - Lamezia Terme (CZ) - Riceviamo dal CSV e volentieri pubblichiamo - Dov'è il "Volontariato"? - di Carlo Crucitti

   E' ormai dal 25 febbraio 2002 che il sito del Comitato Promotore per i Centri di Servizio in Calabria - www.csvcalabria.org -  è nato, se non nella certezza, almeno nella speranza di poter essere di una certa utilità al Volontariato Calabrese fornendo notizie e informative che avessero il senso di essere un punto di riferimento nel panorama locale.

   La sua gestione, sviluppata in tempo reale,  richiede un impegno costante e sarebbe oggi necessario cominciare a trarre delle conclusioni perché è mia sensazione che tutti quelli che lo seguono non lo sentono proprio, contribuendo a farlo crescere con i loro contributi, ma lo considerano con indifferenza, con distacco, oserei dire in maniera quasi asettica.

   E' già di per se un grande successo nella realtà della nostra regione ove, più frequentemente, si attacca qualsivoglia iniziativa cercando di strumentalizzarla e di questo ringrazio tutti quelli che, con i loro consensi, mi hanno sostenuto.

   E' stato, forse questo sfugge ai più, un atto di grande coraggio perché si è posto come un incontestabile strumento di trasparenza e di civile partecipazione nella vita Sociale Calabrese.

   E stato ed è un modo di dimostrare una vera, seria, impegnata, sincera, altruista (e potrei proseguire con tutti gli altri possibili ma inutili aggettivi) iniziativa di apertura a tutto il Sociale per far vedere, a porte e finestre aperte, l'operato di chi vuole partecipare, con rispetto dei diritti di tutti, alla nascita di quegli, ancora, "oscuri" Centri di Servizio che il Volontariato dovrà gestire per il Volontariato.

   Alla luce però di un vissuto recente, devo registrare che non siamo ancora maturi per un Volontariato che intende fregiarsi di questo titolo ma continuiamo ancora a pensare e operare in termini di poteri e spartizioni e questo, credetemi, mi addolora perché non vi è nulla di sociale nella prevaricazione. Qui, oggi, noi tutti, non possiamo ancora ragionare in termini di lotte o battaglie da iniziare, portare avanti e concludere con una vittoria o una sconfitta.

   Un confronto leale, una competizione magari in termini di competenze e conoscenze può essere condivisa ma con il senso e la consapevolezza che, se qualche nostro compagno cui vogliamo bene (e non ci dovrebbero essere esclusioni) dovesse inciampare e cadere, noi tutti, uomini di buona volontà se veramente crediamo di essere tali, dovremmo avere il coraggio di fermarci e, tornando sui nostri passi, aiutarlo a rialzarsi per poi riprendere assieme la nostra corsa verso traguardi significativamente qualificanti.

   Come possiamo pensare di essere stimati dai nostri compagni di percorso, prima, e presi sul serio dalle istituzioni, ove spesso operano anche tanti volontari, poi, se alimentiamo sciocche presunzioni e un innato spirito di separazione. Non vi è nulla quindi che ci accomuna nel nostro credere di poter, solo con la forza dell'unione e della cooperazione, essere di aiuto a noi stessi ancor prima di pretendere d'essere d'aiuto ad altri?

   Non pensiamo solo a dividerci posti e cariche, pensiamo prima a dividerci gli impegni!

   Io sono con tutti coloro che intendono vivere volontariamente un "Sociale" degno di quest'appellativo.

Carlo Crucitti



14 giugno - Selvazzano Dentro (PD) - Patrizia Volpin si trasferisce al nuovo appartamento privo di barriere architettoniche - Sul suo caso si erano concentrate le attenzioni di numerose associazioni tra cui la stessa A.GE.DI.

   Quello di Patrizia era un caso emblematico di privazione del diritto alla mobilità ad opera di un'amministrazione pubblica disattenta e inadempiente. molte associazioni hanno risposto al richiamo di Patrizia che, malata terminale e, da alcuni anni costretta su una sedia a rotelle, voleva dedicare la sua battaglia, tra scioperi della fame e denunce alla magistratura, alle migliaia di uomini e donne in carrozzina, condannate agli "arresti domiciliari" a scontare colpe mai commesse.

   Aspettiamo ora un contributo scritto da Patrizia per sapere, una volta completato il trasloco, come intende proseguire l'azione di testimonianza contro le barriere architettoniche.


14 giugno - Rende (CS) - Cinque proposte per valorizzare la partecipazione dei cittadini e delle organizzazioni civiche al sistema sanitario regionale
   Si propone di valorizzare la partecipazione delle organizzazioni civiche e dei cittadini al Sistema sanitario regionale sulla base di queste 5 proposte da attuare a livello regionale, aziendale e distrettuale:
1. Istituire una "Conferenza di Programmazione" alla quale partecipino non solo i rappresentanti degli Enti Locali, ma anche delle organizzazioni dei cittadini nel rispetto della legislazione nazionale e per valorizzare il contributo di associazioni e realtà civiche quotidianamente impegnate per la tutela dei diritti dei cittadini;
2. Consultare e coinvolgere le organizzazioni civiche prima di assumere decisioni o licenziare provvedimenti che abbiano concreta ricaduta sulla vita delle persone, in particolare, ma non esclusivamente, per i malati cronici, in modo che non si creino ulteriori inutili disagi per i cittadini. Tale coinvolgimento può realizzarsi con modalità articolate e facilmente attivabili; noi proponiamo:
a) Sito internet: si richiede all'Assessorato di rivolgersi ad associazioni e cittadini per raccogliere pareri o proposte su questioni controverse (non limitandosi all'ascolto di tecnici); tener conto di chi si attiva e contribuisce a tale dibattito iscrivendolo in un apposito registro dei partecipanti attivi;
b) Consultazione periodica di reti tematiche formate da reti sia sociali che professionali;
c) Incontri su richiesta dei soggetti della cittadinanza attiva, del volontariato e della tutela dei diritti organizzando interfaccia dell'assessorato regionale alla Sanità in modo da garantire che tali incontri si svolgano in tempi accettabili e utili;
3. Rafforzare il sistema dei controlli e di promozione della qualità tenendo conto delle informazioni messe a disposizione dalle organizzazioni dei cittadini o da Osservatori Indipendenti dando così attuazione regionale al Progetto Obiettivo 3 del Piano Sanitario Nazionale 2002 - 2004;
4. Valorizzare le risorse e le esperienze della cittadinanza coinvolgendole in attività di informazione e formazione rivolte sia al mondo del volontariato che agli operatori sanitari per accrescere e potenziare i fattori di sviluppo (o "capitali") della sanità (Progetto Obiettivo 4 del PSN 2002 - 2004);
5.Utilizzare le esperienze dei soggetti della cittadinanza (privato sociale, volontariato, organizzazioni di tutela dei diritti) affidando loro, sulla base del principio di sussidiarietà, sperimentazioni nel campo dell'integrazione socio sanitaria per assicurare una più efficace presa in carico (Progetto Obiettivo 2 del PSN 2002 - 2004).


14 giugno - Reggio Calabria - Comunicato Stampa della FISH Provinciale - Quando il buon senso non basta! 

   Con la presente nota, la FISH provinciale fa presente la situazione assurda che si perpetua nella provincia di Reggio Calabria nella formulazione della graduatoria per il collocamento mirato: da ben tre anni sono considerati redditi la pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento, l’indennità di comunicazione e la pensione dei ciechi civili.

   La FISH, non avendo propri rappresentanti nella Commissione per il collocamento obbligatorio, si è rivolta più volte al Ministero del Lavoro, ma senza alcun riscontro. I nostri ricorsi avverso la graduatoria sono stati respinti, perché secondo la interpretazione che gli operatori danno di una lettera del Ministero del Lavoro, bisogna tenere conto di un comma del d.p.c.m. 392/87, che esclude dalla graduatoria le “rendite derivanti da invalidità di guerra, infortunio sul lavoro o per servizio” , per cui deducono che bisogna includere tutto il resto come reddito. Inutile il nostro tentativo di far capire loro che  nel comma precedente si fa  obbligo ai disabili  con reddito di presentare i modelli 101 o ex 740 nei quali non compaiono le prestazioni assistenziali, in quanto nel Testo Unico sui redditi, esse  sono catalogate come proventi non riconducibili a reddito. Il Testo Unico riconduce, invece, a redditi della stessa categoria di quelli perduti, i proventi derivanti da infortunio sul lavoro o per servizio, quando essi hanno carattere di temporaneità. Diventa allora chiaro che il d.p.c.m. 392/87 fa obbligo di non considerare reddito nessun provento dovuto alla perdita temporanea o definitiva della capacità lavorativa.

   Anche nella nuova graduatoria, pubblicata in questi giorni, è stato ancora confermato lo stesso criterio, con le prestazioni assistenziali desunte da un apposito tabulato fornito dall’INPS e disattendendo, così, non solo l’ormai superato d.p.c.m. 392/87, ma anche l’art. 6 della Legge Regionale 32/01 che conferma il criterio indicato dall’art. 8 della nuova legge sul lavoro n. 68/99, in base al quale "dagli elementi che concorrono alla formazione della graduatoria sono esclusi le prestazioni a carattere risarcitorio percepite in conseguenza della perdita della capacità lavorativa".

   Ricordiamo che la perdita della capacità lavorativa è il motivo per il quale viene assegnata la pensione di invalidità. Essa è una forma d’assistenza concessa fino a quando il disabile non trova lavoro; mentre le indennità vanno all’accompagnatore o persona che lo assiste e che lo aiuta a realizzare il massimo dell’integrazione possibile. Ecco perché esse sono concesse indipendentemente dal reddito.

   Pensare che basterebbe, non diciamo la conoscenza normativa, ma un minimo di buon senso per chiedersi com’è che lo Stato, prima di erogare l’assegno d’invalidità, si faccia rilasciare dagli interessati la dichiarazione che essi sono gia iscritti al collocamento obbligatorio. Detta dichiarazione non ha solo lo scopo di tentare di fare uscire il disabile dall’isolamento attraverso il lavoro, ma anche quello per lo Stato di risparmiare la pensione d'invalidità una volta che la persona disabile supera determinati redditi. Quale senso avrebbe questa dichiarazione se poi gli invalidi gravi dovessero essere collocati in coda ed i meno gravi, privi di prestazioni assistenziali, in testa alla graduatoria? È se questo operare costituisse frode allo Stato? Ad altri la risposta.

   Ringraziando, inviamo distinti saluti.


14 giugno - Roma - Comunicato stampa della "Radiotelevisioni Europee Associate" - LA REA DENUNCIA:  “LO STATO FINANZIA LA  TV SPAZZATURA 

   L’11 giugno scorso si è riunita la Sezione Territoriale della Commissione per l’Assetto Radiotelevisivo presieduta dal dott. Adalberto Baldoni per dibattere i problemi delle emittenti transfrontaliere e per esaminare l’operato degli Ispettorati Territoriali. Bagarre a parte sollevata da  un componente della Sezione che non aveva ben compreso l’importanza degli argomenti da affrontare, la discussione è stata particolarmente produttiva per due  ragioni. La prima ragione è che finalmente si è chiarito, parlando delle transfrontaliere, dell’essenziale servizio  reso dalle emittenti locali di confine alle popolazioni circostanti e dei grossi sacrifici economici cui devono far fronte per programmare le trasmissioni in lingue diverse. La seconda ragione è che la stragrande maggioranza dei componenti della  Sezione, a margine di un Ordine del Giorno,  ha sottoscritto un emendamento presentato dalla REA il quale testualmente recita:

   “Invita, le Regioni e gli Enti locali a sostenere finanziariamente programmi a carattere transfrontaliero e a favore delle minoranze linguistiche presenti in Italia e riconosciute dalle leggi e delle minoranze italiane all’estero portati avanti dalle emittenti private locali, senza alcun pregiudizio di carattere politico, religioso, culturale e di fatturato”

   A questo punto avviene il colpo di scena che ci aspettavamo. I rappresentanti della FRT, dell’AERANTI e del Corallo fanno una dichiarazione congiunta di questo tenore: l’emendamento va bene, ma bisogna cancellare le parole “senza alcun pregiudizio di carattere politico, religioso, culturale e di fatturato”.  Il rappresentante della REA non accetta e, quindi,  chiede  che l’emendamento  venga verbalizzato e rinviato alla discussione della Commissione in seduta plenaria.

   La morale della favola di questa apparente insignificante diversa posizione tra la REA e la FRT/AERANTI/CORALLO e che torna a galla “l’onorabilità” della firma delle associazioni posta la settimana scorsa alla presenza del Ministro Gasparri sull’importante codice di Autoregolamentazione inerente le televendite,  maghi e ciarlatani vari. In che modo? E’ presto spiegato. La tesi da sempre sostenuta da FRT/AERANTI/CORALLO è che qualsiasi tipo di contributo proveniente dallo Stato o dalle Regioni debba essere distribuito secondo il  principio “del fatturato”. Invece, la tesi da sempre sostenuta dalla REA è che i contributi pubblici debbano  premiare la “qualità della programmazione” e gli sforzi “editoriali”.  Nella pratica, infatti, succede che la stragrande maggioranza delle imprese radiotelevisive fatturano tanto più, quanti più maghi e ciarlatani mandano in video e che in virtù dei Regolamenti Ministeriali in vigore, paradossalmente, ricevono anche più contributi statali e regionali proprio per la scandalosa regola del “maggior fatturato”.  Il giro d’affari non è di poco conto e si calcola che circa il 50% del fatturato di queste emittenti proviene dalle attività in video di maghi e ciarlatani e che lo Stato ha elargito a queste emittenti, per la regola del fatturato, circa  200 miliardi delle vecchie lire.    Al contrario, le emittenti che si sforzano di produrre programmi di qualità spendono di più,  fatturano meno e ricevono pochissimi contributi statali.

   La REA ha chiesto al Ministro Gasparri che venga minimizzato il fatturato dai Regolamenti Ministeriali sulla elargizione dei contributi statali destinati al sostegno dell’emittenza locale a favore  della buona qualità della  programmazione e, per tale causa,  continuerà la sua battaglia moralizzatrice e di giustizia nel Paese e nel Parlamento per salvaguardare il lavoro delle imprese radiotelevisive oneste, il pubblico, i minori e la libertà d’informazione.

   Il Presidente della REA, Antonio Diomede, intervistato dalla stampa in questi giorni sull’argomento ha dichiarato: “la tv deve essere aiutata a riconquistare la propria identità  estromettendo dal video i corpi estranei alla cultura e alla deontologia della professione editoriale. Ciò si potrà fare istituendo la Carta dei Servizi Radiotelevisivi quale patto tra  imprese radiotelevisive e consumatori utenti di concerto con il Ministero delle Comunicazioni, dell’Autorità Garante e  dei Corecom regionali”.

                                                            REA – Radiotelevisioni Europee Associate



10 giugno - Rende (CS) - Comunicato stampa di Calabria Civica - Si è costituito il Comitato Giovani Diabetici - Nato dall'esigenza di migliorare la qualità della vita dei diabetici - Il Comitato, un'organizzazione di cittadini attivi formata da diabetici e da loro familiari - ne sono coordinatori Giovanni Cairo e Donatella Granata - è aderente a Calabria Civica

   A tal fine intende svolgere attività di sensibilizzazione e informazione per promuovere la prevenzione e la conoscenza di una malattia che ha un forte impatto sociale, di orientamento per i malati per una migliore autogestione del diabete, di interlocuzione con le istituzioni per risolvere problemi, essere di stimolo e supporto con l'obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti tenendo conto delle esigenze dell'utenza.

   Ma soprattutto il Comitato svolgerà attività relazionali anche offrendo supporto e sostegno psicologico ai malati e ai loro familiari e promuovendo lo scambio di esperienze e l'aiuto reciproco: in pratica un punto di riferimento sul territorio a disposizione della comunità non solo cosentina.

   Nel segno della concretezza il Comitato si è subito attivato incontrando nei giorni scorsi la Direzione generale dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza e i responsabili del Dipartimento Materno-Infantile e dell'Unità Pediatrica.

   Diverse le richieste avanzate e le tematiche affrontate nei confronti delle quali è stata raccolta disponibilità ed attenzione.

   Ne ricordiamo alcune:

- "sostenere una ricerca sull'incidenza del diabete giovanile nella provincia di Cosenza attivando un apposito registro; 

- "acquistare l'apparecchiatura per la misurazione istantanea dell'emoglobina glicosilata;
attivare l'informatizzazione dei servizi di diabetologia;

- "definire un protocollo per realizzare incontri periodici tra Ospedale e territorio coinvolgendo pediatri e medici di famiglia.

   Infine il Comitato ha offerto la propria disponibilità per fornire supporto psicologico ai bambini e ai loro familiari, soprattutto durante la delicata fase dell'insorgenza della malattia. Una disponibilità accolta con favore dal Primario dell'Unità di Pediatria, dott.ssa Candusso.

   Nei prossimi gironi le iniziative proseguiranno anche con incontri con la Direzione dell'Azienda sanitaria n°4 di Cosenza.

   Il Comitato Giovani Diabetici si riunisce ogni venerdì pomeriggio dalle 16:00 alle 18:00 presso la sede di Calabria Civica in via F. Todaro, 85 a Rende (ex Delegazione municipale di Quattromiglia).



5 giugno - CONFONLUS,  CODICI e REA  lanciano la Carta dei Servizi Radiotelevisivi  a tutela degli utenti consumatori della radio e del video e delle emittenti radiotelevisive locali  

   Si è costituito a Roma il Comitato promotore per la predisposizione della Carta dei Servizi Radiotelevisivi,  composto dalla CONFONLUS – la Confederazione delle Associazioni non lucrative e del no profit e dal CODICI –  Centro per i Diritti del Cittadino, in rappresentanza  dei consumatori utenti; e dalla  REA – Radiotelevisioni Europee Associate, in rappresentanza di 400 imprese radiotelevisive locali.

   La Carta dei Servizi Radiotelevisivi è il Patto sottoscritto tra le Associazioni delle imprese radiotelevisive, le Associazioni dei consumatori e le Associazioni degli utenti che ha lo scopo di promuovere l’innalzamento del livello di qualità della programmazione radiofonica e televisiva ai fini della crescita civile, culturale e democratica dei cittadini utenti e dello sviluppo della libertà d’informazione secondo  il dettato dell’articolo 21 della Costituzione.

   I principi ispiratori della Carta saranno:

1.     - qualità della programmazione  ispirata ai principi di trasparenza, partecipazione, efficienza, uguaglianza e imparzialità d’informazione;

2.     - innalzamento della qualità della vita  con l’introduzione di sistemi di diffusione rispettosi dell’ambiente e della salute  pubblica.

   Nella Carta dei servizi, saranno previste due sezioni specializzate che riguardano la tutela del minore utente radiotelevisivo,  la tutela nelle televendite e nei servizi a valore aggiunto.

   A tale proposito, i promotori della Carta dei Servizi Radiotelevisivi, pur apprezzando  il Codice di Autoregolamentazione sollecitato dal Ministro Gasparri e  sottoscritto  fra le Associazioni delle emittenti lo giudicano insoddisfacente in quanto non tutela efficacemente i consumatori da possibili azioni alla Vanna Marchi che rischiano di ripetersi. Infatti, il Codice di Autoregolamentazione non garantisce la televendita nel rapporto “qualità/prezzo” e non  estromette dal video falsi astrologi, cartomanti e maghi che hanno la capacità di trasformare il video in “tv spazzatura” con grave danno per quella parte di  pubblico psicologicamente debole e per i minori. 

   Si potrà scardinare la “tv spazzatura” soltanto con un articolato patto tra imprese e associazioni che da un parte preveda un’Autorità  con reali poteri  sanzionatori e dall’altra un sistema incentivante che premi la qualità della programmazione radiotelevisiva.

   Per queste ragioni la CONFONLUS,  CODICI e REA  hanno deciso di dare una risposta concreta ed efficace proponendo la Carta dei Servizi Radiotelevisivi la cui sottoscrizione e adesione è aperta a tutte le organizzazioni sensibili alle problematiche dei consumatori - utenti e dei minori, alle associazioni delle emittenti, ai rappresentanti delle regioni  (Corecom). 

                                                                                                                          ConfOnlus, Codici, Rea

La Confederazione delle Associazioni non lucrative e del no profit - URL: www.confonlus.org - E-mail: confonlus@tin.it - Per informazioni e adesioni: confonlus@tin.it -  codicin@tiscalinet.it - reasat@tin.it  tel. 333.7169450 – 330.680161 – 338.1202934

(Pubblicheremo la Carta dei servizi radiotelevisivi nella sezione "Documenti" della pagina "Index". N.d.r.).



5 giugno - avviata dal Movimento Italiano Genitori l'interessante iniziativa - "ALLATTA UN BAMBINO" - I° Campagna di sensibilizzazione alla donazione latte umano
   I dati emersi negli ultimi decenni confermano i vantaggi di nutrire con latte materno i nati pretermine ricoverati nelle unità di terapia intensiva e in altre situazioni di patologia pediatrica.    Il ricorso al latte umano è prezioso soprattutto nei casi di rialimentazione dopo interventi chirurgici di resezione intestinale, gravi allergie alimentari, malattie metaboliche.
   In ogni caso, le numerose ricerche scientifiche dimostrano i benefici del latte umano per la crescita ed il normale sviluppo di ogni neonato. La peculiarità dei nutrienti, le componenti enzimatiche ed ormonali, i fattori di crescita e anti-infettive lo rendono un alimento unico ed
inimitabile.
   Per tali ragioni il Movimento Italiano genitori, in collaborazione con la Società Italiana di Neonatologia, promuove una Campagna nazionale di sensibilizzazione sulla donazione di latte materno.
   E' la prima campagna  informativa del genere in Italia che prevede, fra le altre iniziative, l'istituzione di un numero verde  l' 800-933373 - operativo tutti i martedì, giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30 - al quale rispondono  pediatri, psicologi e pedagogisti per fornire tutto l'
aiuto e le informazioni necessarie alle mamme che desiderano essere donatrici.
   La campagna pubblicitaria, realizzata dal team di creativi Castori e Romano di Milano, con il sostegno di CHICCO, sarà presente nel corso dell'anno su testate dedicate a mamma e bambino.
   I poster ed i depliants  saranno distribuiti  nei reparti di neonatologia e ostetricia  degli ospedali e cliniche del territorio nazionale e presso le strutture dedicate alle neomamme.



4 giugno - Rende (CS) - E' inaccettabile che la Regione non garantisca più le spese sostenute dai calabresi costretti a curarsi fuori regione.

   L'invito fatto giungere dalla Regione Calabria alle ASL perché queste, notoriamente in condizione di forte deficit, provvedano con proprie risorse a rispondere alle richieste dei cittadini, significa, di fatto, che chi ha presentato domanda di rimborso o chi pensa di presentarla, difficilmente riuscirà ad ottenerla.

   In pratica ciò fa sopportare il peso di questa situazione proprio a quei cittadini che soffrono di più a causa delle loro condizioni di salute e che non possono curarsi in Calabria per mancanza di strutture e servizi. Con il risultato di introdurre disparità inaccettabili sulla base del reddito nella cura di malattie gravissime.

   La disposizione regionale non sospende, a rigore, il diritto al rimborso garantito dalla Legge 8 del 1999, ma ne rende inesigibile il diritto e impraticabili i benefici.

   E' gravissimo che in un sistema sanitario pieno di sprechi e doppioni non si trovino i fondi per garantire il diritto fondamentale dei cittadini alle cure.

E' gravissimo ed anche incostituzionale!

   Dove trovare i soldi? Chiudete ospedali inutili, tagliate consulenze, riducetevi gli stipendi, ma garantite le cure ai malati.

  • Lello Cirone e Peppino Curcio - Responsabili delle politiche sanitarie di Calabria Civica



  • 4 giugno - Rende (CS) - Comunicato stamba di Calabria Civica - STATUTO REGIONALE: LA SCELTA DECISIVA

       Con l'approvazione da parte della Commissione per l'Autoriforma della bozza del nuovo Statuto della Regione Calabria sta accadendo qualcosa di fronte alla quale i cittadini e le organizzazioni civiche non possono restare in silenzio o assistere come semplici spettatori.
       Infatti, la proposta non rappresenta, come viene detto da alcuni commentatori o esponenti politici, un testo equilibrato per limitare gli eccessi di un presidenzialismo spinto e personalistico o i rischi di assemblearismo, bensì un pastrocchio che nega la validità dei principi della riforma delle istituzioni voluta dai cittadini con forza e determinazione a partite dalla fine degli anni '80. Si tratta, quindi, per questo, di un evidente passo indietro e non ci può essere gioco di parole per nascondere questa realtà.
       La Commissione per l'Autoriforma, infatti, aveva avanti a sè due modelli: ne ha negato uno e, quindi, di conseguenza, ha potenziato l'altro.
       Il primo modello prevede un rapporto diretto tra i cittadini e chi governa. Il secondo modello una relazione mediata, in cui il rapporto diretto è tra consiglieri e maggioranza, da un lato, e l'esecutivo dall'altro (con l'esclusione o con un ruolo residuale per i cittadini).
       Il primo modello, sviluppato pienamente e senza averne paura (cosa alimentata anche artificiosamente in questi giorni), presenta questi elementi essenziali:

    1. Elezione diretta del Presidente della Giunta da parte dei cittadini (eventualmente con indicazione anche del vicepresidente) con possibilità per questi di comporre una Giunta formata da persone di sua fiducia i cui componenti siano esterni al Consiglio e se sono consiglieri decadano automaticamente al momento della nomina per rispettare il principio della separazione dei poteri.

    2. Sistema di contrappesi ovvero creazione di validi strumenti di controllo e di garanzia, alcuni dei quali affidati a soggetti terzi e ad Autorità indipendenti. Tali Istituti hanno il ruolo di intervenire per evitare il rischio che il governo si appropri di questioni non sue o limiti le libertà dei cittadini.
    3. Ruolo del Consiglio di indirizzo con responsabilizzazione e qualificazione della propria attività legislativa, e controllo politico dei risultati dell'azione del governo; per svolgere tale ruolo i consiglieri ascoltano le istanze che provengono dal territorio (in tale senso, un sistema maggioritario uninominale meglio si accorda con questo tipo di sistema istituzionale);
    4. Rafforzamento degli strumenti di partecipazione ed intervento dei cittadini sia nel processo decisionale, sia nella fase di attuazione delle politiche, sia - soprattutto - in quella di controllo. Ciò comporta la riduzione degli ostacoli all'utilizzo degli istituti di partecipazione (non elevato numero di firme necessarie per proporre referendum o leggi di iniziativa popolare, riduzione o eliminazione dei quorum per la validità di un referendum), sistema articolato e flessibile di strumenti di partecipazione (referendum abrogativo non limitato agli atti legislativi, ma estendibile agli atti della Giunta - ad esempio si potrebbe fare così un referendum sulle famose consulenze in Calabria - e referendum propositivi o alternativi). Rafforzare gli strumenti della partecipazione, quindi, non per motivazioni etico-teoriche ma per dare ai sovrani, cioè ai cittadini, la possibilità di controllare l'azione di coloro che hanno legittimato e delegato in compiti di governo, e di intervenire essi stessi a contribuire al processo decisionale e attuativo.
       Questo é il primo modello, quello negato e presentato come uno spauracchio dalla Commissione per l'Autoriforma (la pensano davvero tutti così?).
       Il modello proposto dalla Commissione è, invece, il seguente:

    1. I cittadini eleggono i consiglieri regionali e tra essi indicano (con il sistema delle preferenze?) il Presidente della Giunta. I consiglieri rappresentano la comunità calabrese e in quanto tali approvano essi soli il programma presentato dal Presidente e determinano di conseguenza l'azione di governo e ne controllano l'operato. A dar forza a questa logica, i componenti della Giunta regionale devono essere scelti in larga maggioranza tra i consiglieri regionali (sono consentiti al massimo due esterni).

    2. Al Consiglio sono riservati tutti i poteri di controllo e di indirizzo. Il ruolo degli organismi terzi è ridotto e residuale rispetto a quello del Consiglio. Infatti i sovrani che decidono della validità dei rilievi di tali soggetti di garanzia sono solo i consiglieri regionali.

    3. Vengono esaltate le funzioni di controllo del Consiglio, a tal punto che, proprio per svolgere funzioni di controllo, vengono pienamente confermati i poteri di nomina del Consiglio dei dirigenti degli enti sottoordinati ridando, per questa via, poteri di gestione del Consiglio stesso, proprio quei poteri impropri che si dice, a parole, di voler eliminare e che sono fonte di consenso clientelare.

    4. Ruolo quasi da spettatori per i cittadini e residuale degli istituti per garantire loro la partecipazione ai quali viene dato un riconoscimento puramente formale; in conseguenza di ciò sono poche, logore e rigide le modalità di partecipazione previste (non modificabili se non per via statutaria: solo referendum abrogativo - niente referendum propositivi), forti limitazioni all'accesso e all'utilizzo (elevato numero di firme previste - circa 80.000 per il referendum abrogativo e 5.000 per le proposte di legge di iniziativa popolare, mantenimento del quorum del 50% di validità del referendum). Risultato di ciò: esclusione dei cittadini dal poter contribuire efficacemente al governo e al controllo.
       Lo sviluppo di questa logica da parte della Commissione per l'Autoriforma porta nella bozza proposta a una conseguenza paradossale, forse involontaria, e sulla quale non ho ascoltato alcuna riflessione.

       Infatti, si crea così una dissociazione tra il momento in cui viene indicata una persona quale Presidente dai cittadini, e il momento in cui viene approvato il programma dal Consiglio regionale. Infatti è solo nei confronti del Consiglio regionale che il Presidente s'impegna su uno specifico programma articolato, mentre nei confronti dei cittadini non è obbligato a prendere impegni.

    Ragion per cui i cittadini potrebbero essere chiamati a votare le persone, ma non il programma di Governo. Con la incredibile conseguenza di far sì che si votino le persone sganciate dai programmi e
    dalle responsabilità. Alla Casa delle libertà verrebbe da dire "Altro che contratto con i cittadini firmato dal presidente Berlusconi", a Rifondazione Comunista che ha sempre detto "bisogna scegliere prima i programmi e poi le persone" diciamo bravissimi! Così potremo votare le persone e non i programmi. Al Centrosinistra (se esiste in Calabria) verrebbe da chiedere "ma qual'è la logica (se ce n'é una) che sottende alle vostre scelte?"
       Questa è la questione vera che sta dietro i due modelli: questa é la scelta che va fatta in modo chiaro senza nascondersi agitando fantasmi per mettere in cattiva luce chi la pensa diversamente. Questa é, soprattutto, la posta in gioco per i cittadini e per le loro organizzazioni.
    Ed é per questo che non possiamo chiudere gli occhi e non possiamo tacere, anzi é per questo che Calabria Civica chiede che sia scelta e percorsa fino in fondo la prima delle due logiche non fermandosi ad una forte legittimazione popolare del Governo - pur necessaria - ma completandola con forti contrappesi dalla parte dei cittadini e conseguente qualificazione dell'azione legislativa del Consiglio.

     Gianni Malgeri - Presidente di Calabria Civica - calabriacivica@tin.it <mailto:calabriacivica@tin.it>



    3 giugno - Roma - Giardini di Castel Sant'Angelo - PRIMA SETTIMANA NAZIONALE DELL'INFANZIA -  3/9 giugno 2002
       Tavole rotonde, incontri, dibattiti. Per discutere di bambini, di genitori e di famiglie: senza retorica ma con la consapevolezza della necessita'. Nasce cosi' la Prima Settimana Nazionale dell'Infanzia che si svolgera' a Roma, presso i Giardini di Castel Sant'Angelo, da lunedì 3 a domenica 9 giugno.
       Promotori dell'iniziativa l'Irai-Ipab - Istituti Raggruppati di Assistenza all'Infanzia e Scripta Manent Trading, la societa' promotrice di Invito alla lettura, da sempre attenta ai diritti e ai bisogni dei bambini.  Psicologi, educatori, insegnanti e genitori si confronteranno per una settimana sul tema centrale della manifestazione: "Tempi dei Bambini, Tempi dei genitori - L'Infanzia tra tradizione e innovazione".
       L'iniziativa prevede l'adesione e la presenza, su un'area di 2500 metri
    quadri, di circa 200 tra associazioni e organismi nazionali che svolgono
    attivita' in favore dell'infanzia. Tra questi anche GuidaGenitori.it, che ha
    offerto agli organizzatori la propria collaborazione nella realizzazione del
    sito ufficiale della Settimana Nazionale dell'Infanzia.
       Dal 5 al 9 giugno la redazione di GuidaGenitori.it si trasferira' dunque
    ai Giardini di Castel Sant'Angelo: a quanti abitano a Roma e dintorni
    l'invito a venirci a trovare per incontrarci e conoscerci meglio.
       Per maggiori informazioni sulla Settimana Nazionale dell'Infanzia http://www.guidagenitori.it/settimanainfanzia



    3 giugno da e-group leggequadro104 - L'Osservatorio permanente per l'integrazione scolastica - Il decreto ministeriale del 26 aprile 2002 ha ridefinito i componenti dell'Osservatorio, riattivando uno degli strumenti di coordinamento e di snodo tra l'attività istituzionale e i problemi della realtà quotidiana.
        L'Osservatorio Permanente per l'Integrazione scolastica, istituito con il decreto ministeriale del 14 luglio 2000, è stato opportunamente riattivato dal decreto ministeriale del 26 aprile 2002.
          Nel quadro attuale della realtà scolastica, l'Osservatorio costituisce, infatti, uno degli strumenti più idonei per assicurare un'omogeneità dell'attività didattica, sia nella scuola privata sia in quella pubblica.
          Va, infatti, ricordato che il modello dell'integrazione dello studente disabile all'interno della scuola costituisce il principio base che tutte le scuole devono rispettare.
          Tuttavia, nel processo di parificazione della scuola privata a quella pubblica (introdotto con la legge 62/2000) ma, soprattutto, con il riconoscimento dell'autonomia delle scelte didattiche delle singole scuole (prevista dal Dpr. n. 275 dell'8 marzo 1999), era elevatissimo il rischio che il modello dell'integrazione fosse sostanzialmente derogato, mentre è - e deve - restare unico per tutte le scuole.
          L'Osservatorio si propone dunque di evitare diversità di applicazione del modello dell'integrazione attraverso l'esercizio di precisi poteri propositivi e consultivi. Queste le materie contemplate:
          1) monitoraggio dei sistemi di integrazione;
          2) promozione di accordi tra varie istituzioni per agevolare l'inserimento della persona disabile nel mondo del lavoro;
          3) elaborazione delle forme di sperimentazione didattica e nuovi sistemi di insegnamento;
          4) nuove leggi e nuovi regolamenti.
          L'Osservatorio è composto, oltre che dagli organi amministrativi, anche da due importanti organismi: la Consulta delle Associazioni - composta dai delegati delle associazioni nazionali più importanti in materia di disabilità - e il Comitato Tecnico.
          Inoltre, proprio il fatto che il Presidente dell'Osservatorio sia il Ministro in persona, o un suo delegato, dovrebbe consentire un maggiore raccordo tra i compiti istituzionali e i reali problemi degli studenti disabili.
          Attraverso l'Osservatorio e, in particolare, attraverso la Consulta, il vertice politico del dicastero potrà, infatti, attingere direttamente alle problematiche e alle esperienze che maggiormente incidono sul mondo dell'integrazione scolastica.
          La maggiore efficienza dell'Osservatorio è stata, poi, garantita affidando al Comitato Tecnico compiti di elaborazione e di approfondimento delle tematiche evidenziate in seno alla Consulta.



    01 giugno - Comunicato stampa di Calabria Civica - una vera barriera alla crescita civile della Calabria

       Ha ragione il Presidente della Giunta Regionale quando, a proposito della proposta statutaria che la Commissione per le Riforme si appresta ad approvare, parla di "penoso arretramento etico, culturale e politico", ma l'arretramento non riguarda solo i rapporti tra l'Esecutivo, o meglio tra il Governo ed il Consiglio Regionale (pur se riguarda anche questo), ma più in generale il rapporto tra l'Istituzione Regione e i cittadini.

       Lo Statuto Regionale, infatti, dovrebbe essere un Patto: un Patto tra cittadini e Regione.

       Quello che sta disegnando la Commissione per l'Autoriforma sembra più un Patto tra Consiglieri regionali: tra quaranta Consiglieri che sperano di diventare sessanta (forse per aumentare del 50% la possibilità di essere rieletti?).

       Soprattutto lo Statuto elaborato dalla Commissione non risponde ad una questione fondamentale che, irrisolta finora, rappresenta una palla al piede per la nostra regione: come rafforzare gli strumenti di governo e al tempo stesso quelli di controllo e come garantire ai cittadini una partecipazione incisiva ai processi decisionali.

       Solo risolvendo questo nodo si potrà ridurre il senso di estraneità e di lontananza dei cittadini nei confronti dell'Istituzione Regione, che oggi rappresenta una vera barriera alla crescita civile della Calabria.

       E non si dica che si tratta solo o tanto di sensazioni.

       Solo per fare un esempio guardiamo alla parte dedicata ai poteri dei cittadini. Qui, al di là di qualche affermazione di principio, non si segnalano innovazioni significative rispetto allo stesso Statuto vigente (approvato trenta anni fa!) e alla normativa più recente.

       Anzi con la proposta di nuovo Statuto i cittadini calabresi non potranno più eleggere direttamente il Presidente della Giunta, non potranno proporre referendum propositivi né consultivi (per questi ultimi l'iniziativa sarebbe riservata ai soli Consiglieri regionali – il 40%), rimangono alte le barriere per utilizzare altri strumenti di democrazia diretta (il numero di firme per richiedere un referendum abrogativo è estremamente elevato – il 5% degli elettori calabresi, 80.000 persone circa – in proposte riguardanti altre regioni non si supera la soglia delle 20.000 firme), mentre la loro validità viene subordinata al raggiungimento del quorum del 50% più uno quasi irraggiungibile in Calabria. Soprattutto, nell'era di Internet non sono previsti strumenti per valorizzare la democrazia elettronica o per consentire più incisive forme di partecipazione delle organizzazioni civiche e sociali alla vita delle Istituzioni e al processo decisionale.

       Così di certo non si incentiva la partecipazione dei cittadini.

    Il Presidente di Calabria Civica Gianni Malgeri


     

     

    Maggio 2002

     

     



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