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02/10/00 – ore 18.45 - REGGINA–INTER: HA PERSO LO SPORT! – Qui di seguito potrete leggere una lettera
inviata dal fratello di un giovane disabile di Reggio Calabria. Vi invitiamo
a leggerla con attenzione e di diffonderla. Si tratta di una denuncia forte
contro l’esclusione delle persone disabili dalla partecipazione agli
spettacoli sportivi. Scusi, c’è posto anche per me? E’ questa la domanda che molti si pongono
dentro di sé, senza fare rumore, cercando di credere a tutte le promesse che
ogni giorno riceviamo da ogni parte. Non disturbano nessuno platealmente, ma
è la coscienza di ognuno di noi che dovrebbe unirsi al loro sordo grido di
aiuto, di collaborazione e comprensione dei loro problemi. Vediamo ora quanto spetta al disabile e
quanto riceve. 01 Ottobre 2000: inizia il massimo
campionato di calcio. Le strade di Reggio Calabria si vestono di amaranto in
attesa del fischio iniziale che metterà di fronte la Reggina e l’Inter. Alle ore 15.00 inizia la partita per i
tifosi, ma non per tutti, quella dei disabili inizia con circa due ore
d’anticipo. Ore 13.00: “Andiamo fratellino
partiamo di casa per essere allo stadio in tempo utile per trovare un posto
sugli spalti, tanto il parcheggio è riservato”. Ore 13.15: Mostrando il
tagliando ( numerato, valido ed in originale), rilasciato dal Comune di
Reggio Calabria, che autorizza il parcheggio dell’auto su cui il disabile
viaggia, negli appositi spazi riservati, riusciamo ad arrivare al Piazzale
Stadio Nord dove in bella mostra vi è un cartello con il simbolo del
parcheggio, con il simbolo della carrozzina e dicitura su cui si legge in
maniera inequivocabile che il posto è “riservato ai disabili in occasione di
manifestazioni”. Parcheggiamo l’auto quando un poliziotto in abiti civili ci
intima di toglierla perché è impossibile lasciarla lì. Allora, sempre con garbo ed educazione,
gli manifesto i motivi per cui l’auto si trova in quel posto. Tutto inutile. Dunque che fare: far valere i propri
diritti fino in fondo, il che equivale (visto il grado d’informazione del
nostro interlocutore) impegnarsi in infruttuose discussioni e correre il
rischio che mio fratello non veda la partita (con la sua conseguente
delusione), oppure compatire chi di disabilità non conosce nulla, nemmeno per
sentito dire e tentare un approccio con qualcun altro? Opto per la seconda. Chiedo ad un ragazzo la cortesia di
fermarsi con mio fratello affinché io possa, in pieno stato di apprensione,
uscire dall’area degli sbarramenti e parcheggiare. Sicuro di incontrare qualcuno più
rispettoso dei diritti altrui, mi avvicino ad un gruppo di vigili,
carabinieri e polizia, e vedendo il luccichio delle stelle che una donna
porta sulle spalle, mi faccio forza sicuro di avere a che fare con una
persona più colta e quindi più informata, per chiedere di poter lasciare l’auto
nelle vicinanze dell’impianto. Ancora una volta picche, ma non solo. La
stessa mi risponde che visto che io non sono disabile posso tranquillamente
lasciare l’auto in una zona esterna agli sbarramenti e successivamente
raggiungere il disabile che ho accompagnato. Precisa, inoltre, che sono anni
che la stessa presta servizio allo stadio e che si è “sempre fatto così”.
Anni di ingiustizie. Ma convinto che, per i tempi in cui
siamo, vi è qualcuno che di disabilità ha sentito parlare, non mi arrendo e
così dopo alcuni giri mi presento presso un altro varco. Questa volta mi si parla di lasciare
l’auto dalla parte opposta al nostro punto di accesso e fuori dagli
sbarramenti. Desisto, esco dall’area degli
sbarramenti, parcheggio l’auto ad 1 Km o più di distanza e raggiungo in tutta
fretta mio fratello che trovo spaesato e preoccupato dalla mia lunga assenza. Dopo aver attraversato il cancello, una
lunga scala ci porta sugli spalti ove, pur avendo entrambi il biglietto, ci
ritroviamo nel caos più assoluto poiché le vie di accesso ai posti (le
scale), sono occupate in ogni ordine di spazio.. Finalmente seduti. Fischio d’inizio, le squadre sullo 0 a 0
ma il disabile ha già incassato 3 gol: -
Il parcheggio -
Il menefreghismo e la mancanza di informazione e
tutela -
Il posto. Sì, proprio il posto, perché per
accompagnare mio fratello e stargli vicino ho dovuto comprare due biglietti,
altrimenti lui sarebbe stato seduto in mezzo alla folla ed io avrei dovuto
attenderlo chissà dove. Questo perché? Perché a Reggio Calabria non vi sono né
servizi né posti riservati ai disabili. Anzi, forse ci sono. Sì, proprio così, in tribuna vedo che
dietro i cartelli pubblicitari a bordo campo, dietro le forze dell’ordine, le
panchine, i fotografi e i cameraman, i giocatori che si riscaldano e la
recinzione del campo, vi sono alcuni disabili in carrozzina posti nel
corridoio di servizio della Tribuna, sotto l’ultimo gradino, che esultano
poiché il pubblico esulta ed il loro accompagnatore gli ha raccontato
l’azione. Ore 16.45 : Reggina 2 Inter 1. Brava Reggina, peccato che non tutti
possano vedere le tue meraviglie. Partita finita. Anzi no, c’è il recupero. Vi ricordate il cartello che indicava il
posto riservato sul Piazzale Nord? Era riservato alle auto delle Forze dell’Ordine.
Le ho viste. Giovanni Zampaglione 02/10/00 - Benvenuta Antonella – Da questa mattina la grande
famiglia dell’A.GE.DI. è cresciuta: una bimba di appena tre mesi è stata
affidata ad una coppia di genitori che si riconoscono nei principi
dell’Associazione. Ancora una volta abbiamo contribuito ad evitare il ricorso
agli istituti per i minori che non vengono accolti alla nascita dalla
famiglia naturale. 27/09/00 – Ore 22.30 - Aggiornamento in tempo reale delle News Prosegue lo sforzo dell’A.GE.DI.
onlus di garantire una maggiore qualità al proprio sito. Per quanto riguarda
la pagina delle News un gruppetto di volontari si adopererà per garantire
l’informazione in tempo reale su tutto ciò che si muove per ora solo in campo
locale, nel mondo della disabilità e delle politiche sociali in genere.
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