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2°
Rapporto Nazionale sulla condizione dell'infanzia,
della preadolescenza e dell'adolescenza
Sintesi
per la stampa
http://www.eurispes.com/news/2rn_infanzia.htm
Roma,
14 novembre 2001 – ore 11.00
Aula
Magna dell’Università “La Sapienza”
"SCHEDA
13
LA PORNOGRAFIA MINORILE
La pornografia minorile è un crimine che rientra nello sfruttamento sessuale
dei minori a fini commerciali e, più in generale, nell’abuso sessuale
commesso a danno dei minori.
Nel 2000, il mercato sessuale legato allo sfruttamento dei minori
coinvolgerebbe, in Thailandia 800.000 minori, in Brasile e in Perù 500.000
ciascuno, nelle Filippine 70.000-100.000, in Nepal 200.000, in Cina
200.000-500.000, in India 400.000-500.000, in Venezuela 40.000, in Honduras
25.000, in Paraguay 26.000, nella Repubblica Domenicana 35.000.
I dati più recenti, in Italia, indicano che 2 minori al giorno
resterebbero vittime di abusi sessuali: le denunce di violenza su minori
passano da 305 nel 1996 a 586 nel 1999, ossia quasi il doppio in soli quattro
anni. In Italia nel periodo 1998-2000 risultano 41 arresti, 389 persone
indagate, 271 perquisizioni domiciliari, 586 segnalazioni ad organi
investigativi stranieri, 3.684 siti web monitorati, 924 indagini effettuate.
Tra il 1998-1999 si parla di 6.870 denunce di scomparsa di
minori, di cui 3.380 nel 1998 e 3.490 nel 1999; 5.202 sono stati rintracciati
o sono ritornati spontaneamente a casa (circa l’80%), mentre 1.668 sono
ancora irreperibili. La grande maggioranza dei minori scomparsi sono stranieri
entrati, nella quasi totalità dei casi, in Italia clandestinamente che si
allontanano dai centri di accoglienza. Dei 1.668 minori ancora da
rintracciare, infatti, 1.448 sono minori stranieri per lo più albanesi e
marocchini, mentre solo 240 sono rappresentati da minori italiani; inoltre,
l’80% degli scomparsi italiani si sono volontariamente allontanati dal
proprio domicilio e alcuni sono stati sottratti da uno dei coniugi durante il
procedimento di separazione.
Povertà, discriminazione, ignoranza, degrado ambientale,
modernizzazione repentina e caotica, guerra, e ignoranza sono le cause dello
sfruttamento minorile, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Internet risulta essere il canale maggiormente utilizzato da chi
vuole offrire e da chi vuole ricevere materiale pedo-pornografico. Dopo
l’entrata in vigore della legge 269/98 oltre 100.000 immagini digitali di
pornografia minorile sono state sequestrate, e arrestate un centinaio di
persone, tra cui tre italiani. Su circa 25 milioni di minori statunitensi che
ogni giorno navigano su Internet, 1 su 4 ha visitato almeno una volta un sito
pornografico, mentre 1 su 5 ha ricevuto proposte sessuali. Il valore del
mercato on-line della pedofilia è di 5 miliardi di dollari; una foto di
bambini ritratti in scene violente può costare dai 30 ai 100 dollari. I siti
pedofili denunciati nel mondo tra il 1996 e il 2000 sarebbero circa 29.000 e
le immagini diffuse sulla rete 12 milioni. In Italia, secondo la procura di
Roma, sono stati scoperti circa 89mila foto di ragazzini mentre avevano
rapporti sessuali con gli arrestati, 128 videofilmati e 5.000 files
informatici crittografati, tutti raffiguranti le piccole vittime da immettere
sul mercato della pedofilia.
Lo sfruttamento sessuale è preordinato a scopi di lucro.
Infatti, il più delle volte il “consumatore” è persona diversa dal
“produttore” di immagini e siti a contenuto pedo-pornografico. Il mercato
pedopornografico produce ogni sorta di prodotto: recentemente
si è passati dai filmati denominati snuff, dove la piccola vittima viene
seviziata e torturata, a quelli necro, che costa ai produttori
circa 80/90 milioni di lire. Il 90% dei piccoli violentati è di razza bianca,
l’80% europeo, e in sette casi su dieci si tratta di bambine. Prodotti
rivolti a un pubblico di “contemplatori”, veicolati con grande efficacia
su Internet dove sono stati individuati circa 70mila siti del genere. Più
della metà di questi sono confezionati negli Stati Uniti, il 20% in Giappone,
il 13% in Europa.
SCHEDA 14
LO SFRUTTAMENTO SESSUALE DEL MINORE
Il fenomeno della prostituzione minorile, quasi assente sino a qualche anno
fa, ha subìto un’impennata a seguito dei continui sbarchi di clandestini e
del consolidarsi, all’interno del flusso immigratorio, della
“importazione” di donne e bambini, spesso con lo scopo di immetterli sulle
strade e costringerli alla prostituzione.
In base a dati aggiornati al 25 luglio 2000, nel nostro Paese
sarebbero 12.725 i minorenni immigrati giunti da soli in Italia: quasi 2mila
in più in un arco di tempo inferiore a 3 mesi; al 30 aprile, infatti, erano
10.859 e al 30 giugno quasi 12mila.
Il 18,9% delle segnalazioni arriva dalla Puglia (2.411 minori), seguito dal
13,1% della Lombardia (1.669), dall’11,4% della Toscana (1.446) e dal 10,5%
del Lazio (1.330). In Piemonte si registrano 1.110 minori non accompagnati
(8,7%), in Emilia Romagna sono circa un migliaio, in Friuli Venezia Giulia
650, in Trentino Alto Adige e Veneto quasi 500. Le presenze oscillano tra i
250 e i 150 minori nelle Marche (248), in Campania (219), Liguria (213) e
Basilicata (153), mentre non raggiungono il centinaio in Umbria, Sicilia,
Abruzzo, Calabria, Sardegna, Valle d’Aosta e Molise.
Le stime del 1998 sul fenomeno “prostituzione” in Italia oscillano tra le
19.000 e le 28.000 unità, di cui 1.800-2.500 minorenni. All’interno di
questo contingente 1.500-2.300 unità sarebbero state minorenni immigrate,
900-1.000 minorenni albanesi e 250-500 minorenni nigeriane.
La prostituzione minorile coinvolge direttamente le
organizzazioni mafiose e registra un fatturato annuo tra i 7 e i 13 miliardi
di dollari. Un business definito “promettente”, visto che aumenta ad un
tasso del 40-50% l’anno, molto più velocemente del mercato della droga.
Sono oltre due milioni i bambini che nel mondo subiscono abusi
sessuali per un giro d’affari di oltre 5 miliardi di dollari.
Le donne schiave, avviate alla prostituzione sarebbero 500mila in
tutta l’Europa occidentale. Dati recenti confermano che in Italia sarebbero
circa 50mila; un terzo sono minorenni e solo la metà delle prostitute sarebbe
consapevole, al momento dell’ingresso in Italia, di essere destinata a
questo mercato.
In Italia giungono in prevalenza donne provenienti dalla Cina,
dalla Nigeria, dall’Albania, dalla Romania e dall’Ucraina.
I paesi attualmente in testa alla classifica dello sfruttamento
sessuale dei bambini sono il Brasile (500 mila), la Thailandia (800 mila), le
Filippine (70-100 mila), lo Sri-Lanka, la Cambogia, il Vietnam e
l’Indonesia, ma il fenomeno riguarda anche altri paesi del Sud-Est asiatico,
molti paesi latino americani e alcuni paesi africani."
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